La robiola è uno di quegli ingredienti che si possono usare in tantissimi modi diversi, sia per ricette dolci sia per ricette salate. Non molti sanno però che la robiola non è un singolo formaggio, ma un denominativo di un complesso di formaggi italiani.

In questo articolo approfondiamo che cos’è la robiola, quali sono i valori nutrizionali e come usarla al meglio in cucina.

Che cos’è la robiola

Con il termine robiola si indica un complesso di formaggi, tipici delle zone del Piemonte e della Lombardia, che si differenziano per il tipo di latte usato, per la stagionatura e la maturazione della crosta. In particolare questo termine deriva da un comune della provincia di Pavia, il paese di Robbio.

Questo formaggio è a pasta molle e viene ottenuto dall’elaborazione del latte vaccino, ovino, caprino o misto.

Quali sono le robiole più conosciute

Tra le robiole più note ci sono quella di Roccaverano, in Piemonte, che viene prodotta con latte di vacca, capra e pecora, e gode del marchio Denominazione di Origine Protetta (DOP) e quella del Beck, che è un tipo di caprino fresco prodotto solo nei mesi di ottobre e novembre, periodo in cui le capre si preparano all’accoppiamento.

Come si produce la robiola

La cremosità e il gusto unico della robiola sono frutto di un processo di lavorazione specifico. Il latte viene unito al caglio di origine animale e ai fermenti lattici e viene lasciato a riposo per alcune ore. La salatura si effettua a secco sulle due facce del prodotto e per la maturazione si conserva il prodotto fresco in appositi locali per almeno 3 giorni dal momento della messa negli stampi. Nel caso della nota Robiola di Roccaverano, viene considerata stagionata, dal decimo giorno di messa negli stampi.

I valori nutrizionali della robiola

La robiola, rispetto ad altre tipologie di formaggi ben stagionati, è meno calorica: la porzione media è di circa 80-100 grammi con 250-310 kcal. Le calorie sono fornite soprattutto dai lipidi e poi dalle proteine e dai carboidrati.

Questa tipologia di alimento contiene una quantità apprezzabile di vitamina B2 e vitamina A e come sali minerali è ricca di calcio, fosforo e sodio, rivelandosi quindi idonea per l’alimentazione in soggetti in fase di crescita o persone con rischio di osteoporosi.

Questo prodotto viene spesso usato anche nelle terapie alimentari di persone affette da patologie metaboliche o a rischio cardiovascolare elevato.

Come usare la robiola in cucina: le ricette

Una delle caratteristiche più apprezzate della robiola è il suo gusto delicato, che la rende versatile in molte ricette e adatta al palato sia dei più piccoli che dei più grandi.

La cremosità è un altro elemento che la contraddistingue: la robiola infatti può essere consumata da sola, accompagnata da un contorno di verdure fresche e un po’ di pane integrale per un pranzo leggero, ma può anche essere inserita in ricette dolci e salate più elaborate.

Alcune persone la utilizzano come ingrediente di base per un primo piatto, perché amalgama perfettamente gli ingredienti del sugo. Un esempio è una pasta integrale con sugo di verdure croccanti e un po’ di robiola per creare la giusta cremosità, senza rinunciare alla leggerezza.

Un’altra ricetta, ideale per i periodi dell’anno più freddi, è una vellutata di verdure con la robiola, che aggiunge la giusta consistenza al piatto, con un tocco di gusto in più.

Ma la robiola è molto indicata anche per preparare piatti dolci: un esempio è un dessert al bicchiere con una crema a base di robiola accompagnata da una composta di fragole e menta fresca.

Un ingrediente che unisce leggerezza, gusto, cremosità e versatilità: la robiola è un ottimo prodotto per valorizzare la propria creatività in cucina.

Robiola: che cos’è, valori nutrizionali e come usarla in cucina

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